Dipartita Franco Loverso

01.02.2009 19:21

 

La notte tra il 23 e il 24 dicembre scorso, Franco Loverso, amico e collega, ci ha lasciati. All’improvviso, senza concederci il tempo per un abbraccio, una stretta di mano, una battuta, un sorriso. Quasi un voler evitare i convenevoli, lui, tanto riservato, un ritirarsi in silenzio, circondato solo dal suo amore più grande: la sua famiglia, a cui non ha potuto, però, evitare, ciò che più gli faceva paura. La sofferenza. Aveva 43 anni, passati per la metà nei piccoli uffici del comune, riempiendone letteralmente il suo, ancor più piccolo, con la sua robustezza. E’ riuscito ad ingannare tutti, questa sua robustezza che spesso lo disegnava rude e burbero, ma che nascondeva una riservatezza, quasi timidezza, e bontà d’animo. Era altruista, Franco, senza volerne un ritorno, per amicizia, per carità, per compassione, semplicemente, forse senza un perché.  Amava stare a candidoni, dove si era creato un suo spazio, che amava viverlo, abbellendolo e curandolo con la stessa passione con cui curava gli spazi pubblici del comune e ne traeva piacere. Vigile urbano per necessità d’ufficio non per vocazione.  Taciturno ma non solitario, evitava la solitudine il più possibile, la temeva,  circondandosi sempre dei suoi amici, giovani o adulti che fossero, per una partita a carte, una battuta di caccia, un pomeriggio di pesca. Mai presuntuoso, caparbio se pensava essere nel giusto, mai offensivo. Era un ragazzo semplice che amava viverla la semplicità, con piccole cose, senza velleità o manie di grandezze. E se pur sembrava, spariva ogni tratto di durezza nella premurosa attenzione per le sue figlie, per la sua famiglia. Manca a tutti Franco, ai suoi familiari, ai suoi amici, al suo ufficio ai colleghi. Manca a Candidoni.

Franco Loverso