Elezioni e sindrome

31.05.2013 20:52

Concluse queste elezioni comunali, senza affanni per la verità, di cui sapevamo il risultato già dal 13 dicembre 2012, pur avendo colpevolmente sbagliato di  sei voti, ne avevo previsto 140 per la lista di Colomba, ma, come spesso accade, la divina provvidenza non abbandona nessuno e  gli ottanta voti previsti per gli altri diventano ottantasei, quasi per una sorta di pari opportunità. Sarà stata la divina provvidenza? Mi chiedo ancora! Ma sono contento lo stesso, alla fine, nel complesso del disegno escatologico, ognuno ha quello che si merita. Ma anche per questo il dubbio mi assale: Hanno avuto tutti quello che si meritavano? Chissà! Comunque si è conclusa una fase della vita del nostro piccolo paese, del nostro divenire, del nostro tempo.  E’ indubbio, però, che anche nel nostro piccolo, a Candidoni intendo, ci si può imparare delle cose che, se rapportate ai grandi numeri delle città, di fatto, per i principi statistici, hanno valore generale. La prima, in senso assoluto, è che la cultura, a prescindere dall’istruzione, ha sempre un valore aggiunto da far valere all’incultura. In parole estremamente povere, rispolverando una bellissima massima delle nostre parti: “i babbi a casa”.  Da un altro punto di vista, diciamo più consono all'importanza del ragionamento, è sempre bene riconoscere i propri limiti. Questo in senso assoluto, per la vita, in quanto  la mancanza di una razionale considerazione di se stessi sfocia, inesorabilmente, in  megalomania che, essedo un fatto psichiatrico,  inibisce i freni dell’autolimitazione e  ci s’illude che tutto ci è possibile. Si riesce a  credere, in queste condizioni, anche l’incredibile. Ecco perché, forse, in questo ultimo periodo, dandosi un’importanza che non aveva,  qualcuno guardava dall’alto in basso. Non è così. La storia ridimensiona sempre. Certo, avere una controparte amica, giornalisticamente, non è la stessa cosa, ma, mi consolerò,  in questo prossimo lustro,  cercando di capire chi fossero gli attori di quella sindrome  psicologicamente tanto contorta in  cui la vittima s’innamora del suo carnefice.  Certo non è semplicissimo, non avendo visto in questi anni nessuna Ermina e nessun Tancredi. Ho visto, però, la mancanza di rispetto per la gioventù a cui non si può, né si dovrebbe far  mancare mai, specie da parte degli adulti, per la loro età, per la loro inesperienza, per la loro prospettiva del mondo.   Mi concentrerò pure di scoprire i vari suggeritori, una volta assodati i “consigliori”, mentre penso di abbandonare ogni proposito per l'ipocrisia post-elezioni.